SCIENZA E FEDE


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Webmaster & Author: Antonino Cucinotta
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Webmaster ed Autore: Prof. Antonino Cucinotta
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Scienza e fede: due sorelle da troppo tempo separate dalla mancanza di umiltà di molti scienziati e dalla scarsa diffusione delle conoscenze scientifiche.
Perchè ci si ostina a volerle tenere separate ?
Perchè non si riconosce che entrambe sono meravigliosi doni trasmessi da Dio agli uomini attraverso lo Spirito Santo ?
Si afferma che scienza e fede sono disgiunte perchè la scienza opera nel campo delle realtà immanenti e la fede in quello delle realtà trascendenti, ma non si vuole riconoscere che entrambe sono facce della stessa medaglia:la verità.
Perchè non considerare scienza e fede come due vie maestre convergenti entrambe verso Dio ?
Perchè negare che l'uomo, percorrendo la via della scienza, se riconosce con umiltà i propri limiti conoscitivi nei riguardi dell'intima essenza delle realtà immanenti,è portato necessariamente a riconoscere l'Assoluto ? Perchè non ammettere che le conoscenze scientifiche, che giorno per giorno si accumulano in tutti i laboratori del mondo grazie al continuo,sempre più ingente impiego di risorse umane ed economiche,non sono altro che conoscenze "di superficie" della realtà in cui viviamo,utili soltanto a costruire modelli apparentemente coerenti delle realtà immanenti che costituiscono l'oggetto dell'indagine scientifica ?
L'intima essenza dei fenomeni naturali ci sfugge,in quanto allo scienziato che si occupa di ricerca fondamentale,basta soltanto trovare leggi e modelli che risultino coerenti rispetto al metodo sperimentale (galileiano),garantendo soltanto la verifica sperimentale e la previsione dei fenomeni, senza riferimento alla loro intima essenza.
I metodi della ricerca scientifica fondamentale (pura),quella che ha come oggetto la scoperta della struttura del mondo fisico,senza riferimento ad alcuna applicazione, richiamano in sostanza quanto sosteneva il filosofo tedesco Emanuele Kant (Koenigsberg, 1724-1804), per il quale lo scienziato riesce ad acquisire soltanto una conoscenza fenomenica della natura,cioè una conoscenza relativa esclusivamente a ciò che appare, mentre gli sfugge l'intima essenza della realtà,che può essere soltanto intelligibile (noumeno), cioè soltanto pensata, al di fuori della struttura spazio-temporale che ci mostra i fenomeni come filtrati attraverso lenti colorate.
L'attualità del punto di vista kantiano può essere evidenziata dai seguenti esempi:

I Esempio - Incompatibilità tra la meccanica classica e la meccanica quantistica,connessa alla duplice natura della materia, sia corpuscolare (in meccanica classica) che ondulatoria (in meccanica quantistica o ondulatoria).
Esiste una meccanica specifica dei fenomeni del microcosmo, la meccanica quantistica di Heisenberg, Schroedinger, Dirac, completamente disgiunta dalla meccanica classica di Galileo-Newton,che è valida invece soltanto quando si considerano fenomeni meccanici ordinari,cioè relativi a corpi e sistemi materiali macroscopici,che possono essere visti, toccati, modificati e sottoposti a misure fisiche,con gli ordinari strumenti meccanici (regoli graduati,bilance,dinamometri). Al contrario,i sistemi microscopici (atomi,molecole,cristalli), obbedendo al principio di indeterminazione di Heisenberg,impediscono all'osservatore di conoscere completamente e contemporaneamente la velocità e la posizione di ciascuna particella elementare (elettroni,protoni,neutroni) di cui sono costituiti; infatti,tenendo conto,in base al principio di complementarità di Niels Bohr,che la presenza dell'osservatore che esegue la misura altera completamente lo stato quantico, è sempre necessario eseguire due misure, in tempi diversi, la prima, per esempio, per misurare la velocità di una particella, ignorandone completamente la posizione, la seconda per misurarne la posizione, ignorandone completamente la velocità (è impossibile in meccanica quantistica definire la traiettoria di una particella).

II Esempio - Incompatibilità tra l'elettrodinamica classica e l'elettrodinamica quantistica, connessa alla duplice natura della radiazione elettromagnetica, sia ondulatoria (in elettrodinamica classica) che corpuscolare (in elettrodinamica quantistica).
Valgono considerazioni analoghe a quelle fatte per i fenomeni meccanici.
Infatti le radiazioni elettromagnetiche (luce, raggi infrarossi, raggi ultravioletti, onde radio, raggi X, raggi g) si comportano classicamente, come onde, nei fenomeni elettromagnetici macroscopici (riflessione, rifrazione,interferenza, diffrazione, polarizzazione), e come corpuscoli (fotoni o quanti di radiazione) nei fenomeni elettromagnetici microscopici (emissione ed assorbimento di radiazioni elettromagnetiche da parte di atomi, molecole e cristalli).

III Esempio - Incompatibilità tra la teoria della relatività generale (teoria della gravitazione) di Einstein e la meccanica quantistica.
Finora sono falliti tutti i tentativi di riformulare la teoria della gravitazione secondo i principi della meccanica quantistica.
Lo spazio-tempo curvo della teoria gravitazionale di Einstein è finora sfuggito a tutti i tentativi di quantizzazione ed appare sempre più evidente la difficoltà di formulare una teoria unificata (TOE - Theory Of Everything, teoria del tutto) delle quattro forze fondamentali della natura (gravitazionale, elettromagnetica, subnucleare debole e subnucleare forte).
Mentre infatti, per le forze elettromagnetiche e subnucleari deboli,è stato possibile dimostrare teoricamente (teoria elettrodebole di Weinberg,Salam,Glashow) e verificare sperimentalmente (Rubbia,1983) che esse sono riconducibili ad un'unica forza (la forza elettrodebole scambiata dai bosoni vettori W+,W- e Z°),rimangono escluse sia la forza subnucleare forte agente tra i quark per effetto dello scambio di gluoni, nell'ambito della teoria della cromodinamica quantistica, sia quella gravitazionale, la cui quantizzazione richiede lo scambio di quanti di energia gravitazionale (gravitoni).

IV Esempio - L'incapacità di spiegare il mistero della materia oscura.
Le più recenti osservazioni cosmologiche sulle galassie portano ad ammettere che le loro zone periferiche contengano una quantità di materia molto maggiore di quella visibile, al fine di potere spiegare la stabilità della loro struttura in rapporto alle elevate velocità orbitali periferiche.
Da queste osservazioni si deduce che nell'universo la quantità totale di materia visibile costituisce soltanto il 5 % della massa totale che è necessaria, in base alle attuali teorie cosmologiche, per giustificare le misure delle velocità di allontanamento delle galassie,ricavate dallo spostamento verso il rosso (red shift per effetto Doppler) delle loro righe spettrali.
Come è fatta la materia oscura? Si tratta di neutrini o di altre particelle esotiche,cioè di particelle che non costituiscono la materia ordinaria?

V Esempio - L'irreversibilità del passaggio dalla vita alla morte.
Al di là dell'immanente,oggetto della fisica, che è la vera radice di tutte le altre scienze,esiste il trascendente, connesso a tutti i fenomeni soprasensibili e quindi anche alla psiche.
La psiche comprende sia le capacità noetiche dell'uomo, sia il vero e proprio "soffio vitale" , etimologicamente presente nella parola psiche, donato da Dio alla creatura umana, fatta a sua immagine e somiglianza.
Un'elementare considerazione può essere fatta sull'ineluttabile irreversibilità del passaggio della creatura umana dalla vita alla morte corporale. Pensando al principio di reversibilità microscopica (noto anche come "detailed balancing") in base al quale, per gli oggetti del microcosmo, risultano uguali le probabilità di transizione che la meccanica quantistica consente di calcolare considerando entrambi i versi della freccia del tempo, viene naturale fare il confronto con l'impossibilità per l'uomo di ritornare dalla morte alla vita e di riappropriarsi pertanto di quel "soffio vitale" che ha abbandonato irreversibilmente il suo corpo. La reversibilità temporale è valida per le particelle che costituiscono l'uomo, ma non per l'uomo. La scienza non è stata mai capace e non lo sarà mai di rendere reversibile la transizione dalla vita alla morte. Per il credente l'irreversibilità di questa transizione è collegata direttamente al dono della vita fatto dal Creatore all'uomo, e quindi alla netta distinzione tra la natura fisica del cervello, fatto di particelle quantistiche, e la psiche, che non ha niente a che vedere con la materia. Il cervello è paragonabile all'hardware di un computer utilizzato per implementare la base di dati che consente alla creatura umana di vivere e relazionarsi con gli altri uomini, sotto il controllo di un sistema operativo soprasensibile che è l'anima.
Gli esempi considerati possono dare solo una vaga idea dell'estrema complessità dei problemi che i fisici tentano di risolvere nel ricercare uno schema teorico unitario che consenta di inquadrare e descrivere in modo coerente gli innumerevoli aspetti della struttura del Creato, senza introdurre troppe subteorie specifiche,valide in particolari condizioni fisiche:la relatività generale per descrivere le grandi concentrazioni di materia (galassie ed ammassi di galassie), la fisica quantistica (meccanica quantistica, elettrodinamica quantistica e cromodinamica quantistica) per descrivere il microcosmo. Si ha quasi la sensazione che al crescere della complessità delle teorie formulate per studiare l'infinitamente piccolo,si schiudano scenari microcosmici di complessità sempre più grande, come se il micromondo fosse costituito da tante strutture, sempre più fini, l'una incapsulata dentro l'altra, fino al raggiungimento delle lunghezze tipiche della scala di Planck (4,1*10-35m).
Il mondo fisico appare sempre più misterioso a mano a mano che l'energia dei nostri ultramicroscopi,i superacceleratori di particelle, diventa sempre più grande. Ecco venir fuori dal microcosmo un misterioso limite al bisogno di conoscenza dell'uomo, che imperterrito continua ad usare le "lenti colorate" dello spazio-tempo per sforzarsi di capire con strumenti mentali infinitamente inadeguati ciò che è posto al di là del limite di conoscenza fino al quale il Creatore gli ha consentito di arrivare. L'uomo si trova ad un bivio: continuare ad ostentare la sua hybris (orgoglio,tracotanza,presunzione) per tentare di capire ciò che non è più in grado di capire, oppure riconoscere umilmente, attraverso la fede, l'onnipotenza del Creatore dell'universo.

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