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LE RISPOSTE ALLE VOSTRE DOMANDE

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Webmaster & Author: Antonino Cucinotta
Graduate in Physics
Electronics and Telecommunications Teacher
at the Industrial Technical High School "Verona Trento"
of Messina (Sicily), Italy
Copyright 2002 - All rights reserved

Webmaster ed Autore: Prof. Antonino Cucinotta
Dottore in Fisica
Docente di Elettronica e Telecomunicazioni
presso l'Istituto Tecnico Industriale"Verona Trento" di Messina
Copyright 2002 - Tutti i diritti riservati


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AB/(CD) IS THE RATIO BETWEEN THE PRODUCT OF A BY B AND THE PRODUCT OF C BY D;
df(x)/dx IS THE DERIVATIVE OF THE FUNCTION f(x);
M = R2P/(Gm) =

R2P
= ---------
(Gm).

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AB/(CD) INDICA IL RAPPORTO TRA I PRODOTTI AB E CD;
df(x)/dx INDICA LA DERIVATA DELLA FUNZIONE f(x);
M = R2P/(Gm) =

R2P
= ---------
(Gm).






INDICE DOMANDE

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DOMANDE: (da CATANIA) SONO AL QUARTO ANNO DI UN ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE NEL SETTORE ELETTROTECNICO. MI ASSILLA UNA DOMANDA DA PARECCHIO TEMPO, ALLA QUALE IL MIO PROF. NON HA MAI DATO UNA RISPOSTA COMPRENSIBILE.
SI SA CHE LA D.D.P. E' IL LAVORO CHE IL CAMPO ELETTRICO DEVE COMPIERE PER PORTARE LA CARICA UNITARIA DA A a B. QUANTO DETTO E' VALIDO ANCHE PER UN GENERATORE INDIPENDENTE DI TENSIONE A VUOTO ?
COME SI PUO' APPLICARE QUESTA DEFINIZIONE AD UN GENERATORE A VUOTO SE NON VI E' FLUSSO DI CARICHE ELETTRICHE E QUINDI NON VIENE COMPIUTO LAVORO (ANCHE SE DI FATTO ESISTE UNA D.D.P. AI MORSETTI DEL GENERATORE ?

DOMANDE :( da CATANIA)
IN CHE MODO SONO CONNESSI IL CAMPO ELETTROMOTORE E IL CAMPO ELETTRICO?
COME FA IL CAMPO ELETTROMOTORE AD INDURRE UN CAMPO ELETTRICO E COME E DOVE SI PROPAGA? E CON QUALE MODALITA'?
IN UN CIRCUITO ELETTRICO QUANDO SI PUO' PARLARE DI CAMPO CONSERVATIVO E QUAL E' L'IMPORTANZA DI QUESTO CONCETTO NELLA TEORIA DEI CIRCUITI ELETTRICI ?

DOMANDE: (da Roma) POTREBBE SPIEGARE IN MANIERA COMPRENSIBILE IL SIGNIFICATO FISICO DEGLI OPERATORI "DIVERGENZA", "GRADIENTE", "ROTORE", "NABLA" E "LAPLACIANO" ?

DOMANDE: (da Padova) L'avvicinamento di un corpo carico a una bacchetta di rame neutra è un processo di carica anche se la carica netta è nulla? Se la risposta è no, perchè allora si dice "carica per induzione"? Quando si può dire quindi di aver caricato un corpo per induzione?

DOMANDE: (da Udine) Per prima cosa le faccio i miei complimenti per il sito; infatti non è facile trovare siti “decenti” di divulgazione scientifica che siano soprattutto accessibili a chi ha una conoscenza ordinaria. Colgo l’occasione per chiederle se conosce alcuni libri o siti internet che trattino il seguente tema:
“Analisi tra scienza e tecnica della natura ,dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, tra fisica e biochimica”.
E’ solo un’idea,in quanto non so se sia fattibile il collegamento tra scienza e tecnica nell’ambito della fisica.Per esempio in biochimica il Dna può essere collegato agli OGM, o all’utilizzo della tecnica del Dna ricombinante per la produzione degli antibiotici chemiosintetici? Ma per quanto riguarda lo studio delle galassie o dell’universo?o le particelle subnucleari? Esistono applicazioni tecniche in questo ambito ?

DOMANDA (Da Piacenza):Qual è il principio di funzionamento del touchpad di un notebook?


DOMANDA:(da Modena)Che cosa è l'effetto Hall?

DOMANDA:(da Trieste) Perchè la carica elettrica in un conduttore si distribuisce sulla sua superficie esterna?

Domanda: (Da Frosinone) Certo è che l'umiltà è un bel valore morale, che forgia le virtù di un uomo. Mi chiedo: "caro prof. Cucinotta, qual è la valenza di questo valore nella sua esistenza e in che maniera può condizionare l'agire individuale per ciò che concerne la divulgazione, lo studio e la ricerca?"

DOMANDE:(da Cosenza)Qual è il principio di funzionamento di un pannello solare e in che modo si utilizza in un'abitazione adibita ad uso domestico per sopperire alle mancanze di energia elettrica dell'enel?Oltre al pannello solare ci sono altri dispositivi? Se si quali e che funzione svolgono?


DOMANDE :(Da Vibo Valentia) In che modo è connessa la velocità di deriva degli elettroni di conduzione di un conduttore di lunghezza l, sezione S e resistività rho, alla d.d.p. applicata ai suoi capi? In particolare, che tipo di legame vi è tra la velocità di deriva e la d.d.p.? Lineare? Quadratico? Esponenziale? Logaritmico?

DOMANDA: (da Messina) E' esperienza comune il fatto che ponendo a contatto una estremità di un rettangolino di carta igienica (o altra carta) con la superficie libera di acqua, questa si propaga verso l'alto, all'interno della carta, contro la forza di gravità. Quale forza è in grado di permettere la salita del liquido nella carta ?

DOMANDE:(da Cesenatico) Qual è la differenza tra massa e materia? Credo di aver sentito, da una divulgazione del prof. Zichichi, che la massa è instabile; perchè la massa è "instabile"?


DOMANDA: Quando l'attrito viene definito forza di reazione?

DOMANDA:(da L'Aquila) Un bipolo tempo variante esclude la condizione di linearità o di non linearità?

DOMANDE :(da Napoli) La divergenza di quale grandezza fisica è nulla nel processo di carica di un condensatore? E per un induttore?

DOMANDE:(da Sassari) In che cosa consiste la teoria delle stringhe? Chi l'ha elaborata e di che cosa parla? E' vero, come si dice, che tale teoria scarterà quella della relatività generale?

DOMANDA:(da Napoli) Quanto vale la f.e.m. del generatore equivalente di un sistema costituito da due generatori ideali collegati in parallelo?

DOMANDE (da Messina): Potrebbe spiegare in parole semplici il fenomeno dell'interferenza? E come è connessa con la diffrazione?

DOMANDE (da Palermo): Ho letto che lo studio della fibrillazione cardiaca ultimamente viene studiato mediante la teoria matematica della risonanza(teoria della perturbazione singolare).Mi potreste spiegare,in modo semplice,di cosa si tratta.Il termine in inglese "resonance drift" come si traduce?

DOMANDE(da Venezia): In che cosa consiste l'effetto pelle e su quale legge è basato?

DOMANDE (da Venezia): La ringrazio sentitamente per la velocità di risposta alla domanda che le ho posto circa l'effetto pelle. E' veramente una cosa bella quello che lei fa ed è eccellente anche la qualità della risposta (e delle risposte ) che lei ha dato. Se per lei non è di disturbo avrei ancora un dubbio: "perchè l'esperienza dei fili di Lecher dimostra che affinchè un circuito sia a parametri concentrati, esso deve avere dimensioni trascurabili rispetto alla minima lunghezza d'onda del segnale che investe il medesimo? Perchè si pone il problema visto la velocità di propagazione di un segnale è quella della luce?"

DOMANDA [da Jonadi(Catanzaro)]: Che cosa è il vettore di Poynting ?

DOMANDA:Chi mi può suggerire un esperimento semplice semplice che verifichi il principio di Pascal?

DOMANDA (da Messina):Perchè in estate il sole quando tramonta è di colore rosso più intenso e brucia di meno,mentre quando scalda di più è di colore giallo?

DOMANDA (da Biella): Qual è il principio di funzionamento del forno a microonde?






DOMANDE: (da CATANIA) SONO AL QUARTO ANNO DI UN ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE NEL SETTORE ELETTROTECNICO. MI ASSILLA UNA DOMANDA DA PARECCHIO TEMPO, ALLA QUALE IL MIO PROF. NON HA MAI DATO UNA RISPOSTA COMPRENSIBILE.
SI SA CHE LA D.D.P. E' IL LAVORO CHE IL CAMPO ELETTRICO DEVE COMPIERE PER PORTARE LA CARICA UNITARIA DA A a B. QUANTO DETTO E' VALIDO ANCHE PER UN GENERATORE INDIPENDENTE DI TENSIONE A VUOTO ?
COME SI PUO' APPLICARE QUESTA DEFINIZIONE AD UN GENERATORE A VUOTO SE NON VI E' FLUSSO DI CARICHE ELETTRICHE E QUINDI NON VIENE COMPIUTO LAVORO (ANCHE SE DI FATTO ESISTE UNA D.D.P. AI MORSETTI DEL GENERATORE ?

La forza elettromotrice di un generatore elettrico di qualsiasi tipo [batteria di pile, di accumulatori, cella a combustibile (fuel cell), batteria fotovoltaica, dinamo, alternatore] corrisponde al lavoro, per unità di carica elettrica, che all'interno del generatore viene compiuto dalle forze non conservative per determinare al polo positivo una carenza di elettroni ed al polo negativo un eccesso di elettroni, sia quando il generatore è a vuoto,sia quando eroga potenza elettrica.
Fatta questa premessa, si può dire che, nel caso di un generatore di tensione continua,la f.e.m. è il lavoro che il campo elettromotore (non il campo elettrico) compie per spostare, all'interno del generatore, la carica unitaria positiva dal polo negativo al polo positivo (definizione elettrotecnica), oppure (definizione elettronica) il lavoro che il campo elettromotore compie per spostare, all'interno del generatore, la carica unitaria negativa dal polo positivo al polo negativo.
Per spiegare meglio il concetto possiamo pensare al lavoro che,stando in piedi, dovremmo compiere con la forza muscolare (analoga al campo elettromotore) delle braccia per sollevare un peso P al di sopra della testa e mantenerlo stabilmente in tale posizione. E' chiaro che dovremmo fornire al peso P, attraverso il lavoro muscolare, un'energia potenziale gravitazionale pari al prodotto PH = MgH,essendo H l'altezza alla quale il peso viene sollevato,
g = 9,81 m/s2 l'accelerazione di gravità ed M la massa.
La d.d.p. gravitazionale gH (lavoro gravitazionale per unità di massa) tra il suolo e l'altezza H , si ottiene dividendo il lavoro gravitazionale
L = PH = M gH per la massa M, e corrisponde alla d.d.p. elettrico.
[ d.d.p. elettrico = Le/Q (lavoro elettrico per unità di carica)].
In questo esempio la grandezza analoga alla f.e.m. è il rapporto tra il lavoro muscolare compiuto Lm e la massa M del corpo che è stato sollevato all'altezza H, ed è uguale alla d.d.p. gravitazionale gH.
Analogamente, all'interno di un generatore elettrico il rapporto tra la forza non conservativa, che sposta gli elettroni dal polo positivo e li accumula a quello negativo, e la carica elettrica totale spostata, è appunto il cosiddetto campo elettromotore, da non confondere con il campo elettrostatico, che è invece conservativo, in quanto il lavoro da esso fatto in un ciclo (dal punto A al punto B con ritorno in A) è sempre nullo, indipendentemente dal percorso che si considera.
In una batteria di pile o di accumulatori, oppure in una cella a combustibile, il campo elettromotore (di natura non elettrica) è dovuto all'energia chimica delle reazioni coinvolte.
In una batteria fotovoltaica il campo elettromotore è dovuto all'energia elettromagnetica dei fotoni della radiazione solare, che generano in un semiconduttore le coppie elettrone-buca che si allontanano verso i poli generando la f.e.m..
In una dinamo o in un alternatore il campo elettromotore è dovuto alla forza di Lorentz
F = evB, che agisce sugli elettroni di un filo conduttore che si sposti con velocità v in un campo magnetico di induzione B, perpendicolare alla velocità v .
Nel caso dell'avvolgimento secondario di un trasformatore, la f.e.m. indotta secondaria è dovuta al campo elettrico indotto, non conservativo, che si genera per induzione elettromagnetica (Legge di Faraday-Neumann-Lenz).
In tutti questi casi, anche quando il circuito è aperto, il campo elettromotore compie un lavoro iniziale necessario ad accumulare gli elettroni al polo negativo (o al polo temporaneamente negativo durante un semiperiodo di una tensione alternata) ed a generare la tensione elettrica (d.d.p.) V che uguaglia, istante per istante, il lavoro fatto dal campo elettromotore per unità di carica, e che corrisponde alla f.e.m. :
( V = Lavoro del campo elettromotore /Q = f.e.m.) .
Quando invece il generatore eroga potenza , il passaggio di corrente determina il ritorno degli elettroni al polo positivo, attraverso il circuito esterno (carico) , ed un conseguente ulteriore lavoro del campo elettromotore all'interno del generatore per riportarli al polo negativo , e così via, finchè il circuito è chiuso.

DOMANDE :( da CATANIA)
IN CHE MODO SONO CONNESSI IL CAMPO ELETTROMOTORE E IL CAMPO ELETTRICO?
COME FA IL CAMPO ELETTROMOTORE AD INDURRE UN CAMPO ELETTRICO E COME E DOVE SI PROPAGA? E CON QUALE MODALITA'?
IN UN CIRCUITO ELETTRICO QUANDO SI PUO' PARLARE DI CAMPO CONSERVATIVO E QUAL E' L'IMPORTANZA DI QUESTO CONCETTO NELLA TEORIA DEI CIRCUITI ELETTRICI ?

1) Per spiegare la connessione tra campo elettromotore e campo elettrico mi avvalgo del classico esempio della pila (pila primaria) . Il funzionamento di una pila non dipende dalla d.d.p. di contatto tra due metalli diversi , per esempio rame e zinco, ma dal campo elettromotore che nasce dal contatto tra un metallo ed una soluzione elettrolitica:
Consideriamo un elettrodo di zinco immerso in una soluzione di un suo sale (per es. ZnSO4) oppure in una soluzione acida. Se la soluzione è molto povera di ioni del metallo, si verifica un passaggio di ioni, per diffusione,quindi per un fenomeno termodinamico dipendente dalla temperatura assoluta T, dal metallo alla soluzione, per effetto di forze che dipendono dalle proprietà della struttura cristallina del metallo . In questo caso il metallo tende a sciogliersi nella soluzione per effetto di una tensione di soluzione P che supera la pressione osmotica p degli ioni in soluzione, caricandosi negativamente a causa degli ioni positivi rilasciati in soluzione ed assumendo una d.d.p.Vp (potenziale di elettrodo), data dalla formula della teoria della pila di Nernst:
Vp = (RT/nF) ln (P/p), dove R è la costante universale dei gas, n è la valenza degli ioni, T è la temperatura assoluta (°K) della soluzione , F = 96500 coulomb è la costante di Faraday che interviene in tutti i fenomeni elettrolitici ed ln(P/p) è il logaritmo naturale del rapporto tra P e p. Il passaggio di ioni dal metallo alla soluzione continua fino a quando la d.d.p. elettrico tra metallo e soluzione non diventa tale da generare un campo elettrico capace di equilibrare il campo elettromotore connesso alla tensione di soluzione P del metallo. Raggiunto l'equilibrio, il numero di ioni metallici che passano, in media, nell'unità di tempo, dal metallo alla soluzione è uguale a quello degli ioni metallici che dalla soluzione si depositano sul metallo. L'equilibrio viene meno se con un conduttore viene chiuso il circuito tra il metallo e la soluzione, in quanto la differenza tra il campo elettromotore F ed il campo elettrico E determina un passaggio di corrente attraverso la soluzione elettrolitica , avente una conducibilità elettrica Cs direttamente proporzionale alla concentrazione ionica. Pertanto dalla legge di Ohm si ottiene la densità di corrente elettrica J nella soluzione (il modulo del vettore J rappresenta l'intensità di corrente per unità di superficie) :
J= Cs (F - E).
Quando invece il generatore è a vuoto, la densità di corrente J è nulla e pertanto il campo elettromotore F è uguale e contrario al campo elettrico E da cui dipende la tensione (a vuoto) tra metallo e soluzione.
Se invece si considerano due elettrodi diversi, per esempio rame e zinco oppure carbone di storta (carbone metallico) e zinco, immersi in una soluzione acida, si ottiene una d.d.p. a vuoto (f.e.m. della pila) , data dalla somma algebrica tra la semipila zinco/soluzione e quella rame/soluzione (carbone/soluzione) . Infatti, mentre lo zinco si scioglie nell'acido, caricandosi negativamente (in quanto la tensione di soluzione P supera la pressione osmotica p),il rame o il carbone , sui quali si depositano ioni metallici, si caricano positivamente (in quanto la tensione di soluzione P è inferiore alla pressione osmotica p).
Il passaggio di corrente cesserà quando lo zinco sciogliendosi nell'acido incrementerà gradualmente la pressione osmotica fino a farle raggiungere il valore della tensione di soluzione P del metallo [ln (P/p) = ln 1 = 0].
Se consideriamo il circuito formato da una batteria di pile o di accumulatori e da un utilizzatore collegato ai suoi poli (lampadina, motorino a corrente continua, ecc. …) , per effetto del passaggio della corrente elettrica causata dal campo elettromotore (di origine elettrochimica), all'interno della batteria, e precisamente nella soluzione elettrolitica, si stabilisce un campo elettrico
Es = J/Cs = (I/S)/Cs, essendo I l'intensità di corrente, S l'area degli elettrodi e Cs la conducibilità della soluzione elettrolitica.
Il prodotto del campo Es per la distanza d tra gli elettrodi fornisce la caduta di tensione Vi = Es d interna alla batteria . Pertanto la d.d.p. Vc ai poli della batteria, sotto carico, è data dalla differenza tra la f.e.m. Eb (tensione misurata tra i poli, a vuoto) e Vi:
Vc = Eb -Vi = Eb - Ri I, essendo Ri I = Es d la caduta di tensione interna dovuta alla resistenza interna Ri della batteria.
2) Il campo elettrostatico generato nello spazio dalle cariche elettriche ferme in determinate posizioni, e così anche quello dovuto al passaggio della corrente continua all'interno di un conduttore ( V = RI), sono entrambi campi elettrici conservativi. Un campo si dice conservativo, se il lavoro da esso compiuto in uno spostamento tra due punti A e B dipende soltanto dalle coordinate dei due punti e non dal percorso (traiettoria).
In questo caso il lavoro compiuto dal campo si può esprimere come differenza tra i valori assunti nei due punti da una funzione U delle coordinate, che prende il nome di energia potenziale. Un noto esempio è quello del campo di gravità, quasi costante, in prima approssimazione, in prossimità della superficie terrestre. Infatti il lavoro L = mg (HA - HB) che la forza peso compie su un corpo di massa m che si sposta dal punto A al punto B, non dipende dal percorso tra A e B, poiché la forza di gravità è sempre diretta lungo la verticale, ma soltanto dalla differenza di quota H tra A e B. In modo equivalente si può dire che un campo è conservativo se è nullo il lavoro compiuto in un percorso ciclico (da A a B ad A). Il fatto che il campo elettrostatico sia conservativo permette di calcolare il lavoro e quindi l'energia che un corpo carico acquista o cede quando si sposta nel campo elettrico, attraverso la differenza di potenziale elettrostatico (energia potenziale elettrostatica per unità di carica elettrica) VA-VB:
L = q[VA-VB]. Questa proprietà del campo elettrico stazionario è molto importante, in quanto consente di semplificare la trattazione di una vasta categoria di problemi in termini di tensioni (d.d.p. misurabili con voltmetri), senza essere costretti a ricorrere a misure di campo (forza elettrica per unità di carica).
Sono invece non conservativi tutti i campi elettrici variabili nel tempo,come quelli generati nei fenomeni di induzione elettromagnetica (legge di Faraday-Neumann-Lenz) e di propagazione delle onde elettromagnetiche, nei quali la non stazionarietà del campo elettrico implica la connessione tra campo elettrico e campo magnetico variabile nel tempo, descritta dalla seconda equazione di Maxwell.

DOMANDE: (da Roma) POTREBBE SPIEGARE IN MANIERA COMPRENSIBILE IL SIGNIFICATO FISICO DEGLI OPERATORI "DIVERGENZA", "GRADIENTE", "ROTORE", "NABLA" E "LAPLACIANO" ?

1) L'operatore differenziale divergenza di un vettore V, espresso con la notazione
div V = DxVx + DyVy + DzVz , è una funzione scalare delle coordinate x,y,z , data dalla somma delle derivate parziali Dx,Dy, Dz delle componenti cartesiane del vettore.
Il suo significato fisico è connesso alle sorgenti del campo vettoriale V (campo gravitazionale, campo elettrico, campo magnetico, campo di velocità di un fluido) .
Esempio: la divergenza dei campi gravitazionale ed elettrico è una funzione scalare diversa da zero soltanto nei punti dello spazio nei quali sono localizzate, rispettivamente, le masse o le cariche elettriche che rappresentano le sorgenti del campo; essa è invece nulla in tutti i punti dello spazio nei quali non esistono masse né cariche elettriche, ed in tali punti il campo (gravitazionale o elettrico) si definisce a divergenza nulla o solenoidale, dal greco sole'n, tubo. Infatti, in tal caso, le linee di forza del campo (newtoniano o coulombiano) passanti per i punti di due linee chiuse non giacenti sullo stesso piano, individuano un "tubo di forza", che ricorda l'andamento delle linee di flusso di un fluido (liquido o gas) all'interno di un tubo nel quale non esistano né sorgenti né pozzi per il fluido.
Pertanto la divergenza del campo gravitazionale generato da tutti i corpi del sistema solare è diversa da zero soltanto nelle regioni spaziali interne al sole, ai pianeti, ai satelliti ed agli asteroidi,che sono le sorgenti del campo, nulla all'esterno di essi.

Ciò significa, ricordando la ben nota rappresentazione di Faraday in uso per i campi vettoriali, che, considerata una qualsiasi superficie chiusa contenente corpi celesti, oppure cariche elettriche positive e negative la cui somma algebrica sia diversa da zero, il flusso del campo , rispettivamente gravitazionale o elettrico, uscente dalla superficie chiusa è diverso da zero (Teorema di Gauss).
Se invece si considera una superficie chiusa di forma qualsiasi, non contenente sorgenti del campo ( corpi celesti o cariche elettriche), il numero delle linee di forza entranti attraverso la superficie è sempre uguale a quello delle linee di forza uscenti da essa (campo solenoidale). Se invece si considera il campo magnetico, e si tiene presente la ben nota esperienza della calamita spezzata, che dimostra che in natura non esistono poli magnetici isolati, si deduce subito che, eseendo sempre chiuse le linee di forza magnetiche, il campo magnetico è sempre solenoidale (a divergenza nulla), in tutti i punti dello spazio

Dimostrazione del teorema della divergenza "Dato un vettore V, il suo flusso uscente da una superficie chiusa S è dato dall'integrale di div V esteso al volume W racchiuso dalla superficie S"

2) L'operatore gradiente di un campo scalare è legato alla variazione spaziale della grandezza fisica che si considera (temperatura, concentrazione di una sostanza, pressione atmosferica, densità di carica o di materia). Il termine deriva dal latino gradus, passo, in quanto, in ogni punto di coordinate x,y,z la direzione ed il verso secondo cui una grandezza scalare (t,p,c, ecc… ) varia maggiormente coincidono con la direzione ed il verso del gradiente, che è un vettore perpendicolare, in tre dimensioni, alle superfici di livello (superfici costituite da tutti i punti dello spazio nei quali la grandezza scalare assume lo stesso valore), ed in due dimensioni, alle curve di livello (curve passanti per tutti i punti del piano nei quali la grandezza scalare assume lo stesso valore :
Esempio:
gradiente barico, relativo alla variazione della pressione atmosferica p in funzione delle coordinate geografiche (latitudine, longitudine, altezza sul livello del mare)
grad p = nabla p = Dxp i+ Dyp j + Dzp k, dove l'operatore nabla, che si indica con una delta maiuscola capovolta, rappresenta un vettore infinitesimo avente per componenti gli operatori di derivazione parziale rispetto alle variabili x,y,z, e i,j e k sono i versori (vettori di modulo unitario) degli assi cartesiani del sistema di riferimento.
Il gradiente barico è sempre perpendicolare alle curve isobare , curve di livello passanti per i punti corrispondenti allo stesso valore della pressione atmosferica, ed è diretto verso le isobare relative a pressioni crescenti.
I venti sono causati dal gradiente barico e sono diretti verso i punti nei quali la pressione è minore, in senso opposto al gradiente. Bisogna tuttavia tenere presente che, nell'emisfero boreale, il moto delle masse d'aria lungo le isobare, rispettivamente antiorario per le aree cicloniche, cioè quelle con area centrale di bassa pressione, ed orario per le aree anticicloniche, cioè quelle con area centrale di alta pressione, è causato dall'accelerazione complementare (centrifugo-composta) di Coriolis, dovuta al fatto che il sistema di riferimento terrestre è dotato di moto rotatorio attorno all'asse terrestre. Nell'emisfero australe, invece, la circolazione dei venti avviene in senso orario per le aree cicloniche ed antiorario per quelle anticicloniche.
E' importante tenere presente che un campo di forza rappresentabile come gradiente di una funzione scalare V (potenziale, cioè energia potenziale per unità di massa o di carica elettrica) delle coordinate x,y,z, è conservativo, nel senso che la sua circuitazione (integrale di linea) lungo un percorso chiuso è sempre nulla, essendo nulla la variazione del potenziale V partendo da un punto e tornando allo stesso punto . Sono conservativi i campi gravitazionali [G = - grad V(x,y,z) ] ed elettrostatici [E = - grad V(x,y,z)], ed inoltre i campi magnetici generati da magneti permanenti, nelle zone di spazio non occupate dai magneti, e quelli generati da correnti elettriche, lungo i percorsi non concatenati con i circuiti elettrici . Questo equivale a dire che, se un campo di forza è conservativo, il lavoro da esso compiuto dipende soltanto dalle coordinate degli estremi e non dalla forma del percorso lungo il quale si calcola l'integrale di linea.
In questo caso, poiché la divergenza di un campo conservativo F è la divergenza del gradiente del campo , si ha: (div F = div (-grad V) =
= D2x V + D2yV + D2z V = D V (Laplaciano di V = somma delle derivate parziali seconde di V).
3) L'operatore rotore (rotazione) di un vettore V, rot V, rappresentabile formalmente come prodotto vettoriale (nabla ^ V) , dell'operatore nabla per V, è un operatore il cui significato fisico può essere compreso intuitivamente pensando ad una turbinetta idraulica, rotellina dotata di palette e posizionata in un fluido (liquido o gas) in moto, in modo tale che sia libera di ruotare intorno ad un asse fisso. Se il campo di velocità v(x,y,z) del fluido è irrotazionale, cioè se la velocità del fluido è una funzione tale che l'operatore rotazione applicato ad essa dia componenti nulle in tutto il fluido,la turbinetta non ruota e si dice che il campo di velocità è irrotazionale. Questo equivale a dire, come si può verificare con una semplice dimostrazione matematica, che il campo di velocità si può rappresentare come gradiente di una funzione scalare (potenziale di velocità); pertanto, tutti i campi conservativi sono a rotazione nulla (irrotazionali), e viceversa.
Se invece la turbinetta ruota, significa che l'andamento del campo di velocità è tale da favorire la formazione di vortici, che la fanno ruotare per effetto di una coppia generata dalle forze di resistenza idrodinamica sulle sue palette.
Pertanto, se rot v(x,y,z) = i(dVz/dy - dVy/dz) + j(dVx/dz - dVz/dx) + k(dVy/dx - dVx/dy) è diverso da zero in uno o più punti del fluido o in tutto il fluido, si deduce che il campo di velocità è vorticoso nei punti considerati, come, per esempio il campo di velocità di un liquido in prossimità dell'orifizio dello scarico di una vasca.
Un altro notevole esempio di campo rotazionale è dato dal campo magnetico generato da un circuito percorso dalla corrente elettrica. La legge di circuitazione di Ampere esprime le proprietà del campo magnetico uguagliando l'integrale di linea (circuitazione) del campo magnatico lungo un percorso chiuso concatenato al circuito (filo, spira o solenoide), all'intensità di corrente che genera il campo magnetico. E poiché il teorema della rotazione (di Stokes) consente di calcolare l'integrale di linea del campo H lungo il percorso chiuso attraverso l'integrale di superficie di rot H attraverso una superficie S qualsiasi che abbia per contorno il percorso chiuso che si considera, il flusso del vettore rot H = J (x,y,z) attraverso S fornisce il valore della circuitazione di H, se J (x,y,z) rappresenta il vettore densità di corrente di conduzione attraverso S.

Dimostrazione del teorema della rotazione

DOMANDE: (da Padova) L'avvicinamento di un corpo carico a una bacchetta di rame neutra è un processo di carica anche se la carica netta è nulla? Se la risposta è no, perchè allora si dice "carica per induzione"? Quando si può dire quindi di aver caricato un corpo per induzione?

L'avvicinamento di un corpo carico ad una bacchetta di rame determina all'interno del metallo, per effetto del campo elettrico, uno spostamento di elettroni liberi (di conduzione) che si distribuiscono sulla superficie della bacchetta nella parte vicina al corpo carico, se questo è carico positivamente, mentre si localizzano nella parte lontana dal corpo carico, se questo è carico negativamente.
E' importante notare che lo spostamento di elettroni nella bacchetta di rame si verifica sempre in modo tale da rendere nullo il campo elettrico all'interno del metallo, in condizioni di equilibrio elettrostatico. Infatti, se all'interno della bacchetta di rame esistesse un campo elettrico, gli elettroni continuerebbero a spostarsi liberamente ed il conduttore non sarebbe più in equilibrio elettrostatico. Questo fenomeno si può spiegare anche ricorrendo al teorema di Gauss, che richiede che affinchè sia nullo il flusso del campo elettrico uscente da una superficie chiusa, è necessario che nello spazio delimitato dalla superficie non vi siano cariche elettriche. Ecco perché le cariche, in condizioni di equilibrio elettrostatico, si localizzano soltanto sulla superficie dei conduttori. La risposta alla prima domanda è pertanto affermativa, in quanto, finchè il corpo carico è posto vicino ad un'estremità della bacchetta di rame, spostando sulla superficie di essa una sferetta metallica dotata di un manico isolante e collegata ad un elettroscopio o ad un elettrometro, si può rilevare che la divergenza delle foglie d'oro dello strumento è notevole quando vengono esplorate le estremità della bacchetta, mentre decresce gradualmente fino ad annullarsi nel punto medio di essa. Ciò prova l'esistenza di una distribuzione di cariche elettriche , con segni opposti, con una densità superficiale decrescente verso il punto medio. Per elettrizzare stabilmente la bacchetta di rame, basta toccarla con un dito per un istante, in presenza del corpo carico inducente. In tal modo la carica elettrica indotta avente lo stesso segno di quella del corpo carico, si disperde a terra, e la bacchetta rimane carica stabilmente con una carica di segno opposto rispetto a quella posseduta dal corpo inducente.
Un altro metodo di carica per induzione , consiste nel collegare due conduttori con un filo metallico dotato di un interruttore. Avvicinando un corpo carico ad uno dei due conduttori, essi si caricano superficialmente di elettricità in modo tale da rendere equipotenziale (campo elettrico nullo) lo spazio interno ad essi ed al filo che li collega. Basta pertanto aprire l'interruttore , prima di allontanare il corpo inducente, per separare stabilmente le cariche indotte, con segni opposti, che si sono accumulate in superficie.

DOMANDE: (da Udine) Per prima cosa le faccio i miei complimenti per il sito; infatti non è facile trovare siti “decenti” di divulgazione scientifica che siano soprattutto accessibili a chi ha una conoscenza ordinaria. Colgo l’occasione per chiederle se conosce alcuni libri o siti internet che trattino il seguente tema:
“Analisi tra scienza e tecnica della natura ,dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, tra fisica e biochimica”.
E’ solo un’idea,in quanto non so se sia fattibile il collegamento tra scienza e tecnica nell’ambito della fisica.Per esempio in biochimica il Dna può essere collegato agli OGM, o all’utilizzo della tecnica del Dna ricombinante per la produzione degli antibiotici chemiosintetici? Ma per quanto riguarda lo studio delle galassie o dell’universo?o le particelle subnucleari? Esistono applicazioni tecniche in questo ambito ?

Suggerisco i seguenti riferimenti:
1) Per la biologia:
www.dica33.it/argomenti/bio_tecnologie/nuovavita4.asp
www.lescienze.it
www.celera.com
www.celera.com/celera/press_releases
www.sussidiario.it ;
2) Per le tecnologie concernenti le applicazioni delle scienze fisiche nei settori chiave della produzione industriale (microelettronica,computer science, telecomunicazioni,reti di computer, satelliti):
www.librishop.it - sezione scienze e tecnologia (risorse accademiche,bibliografiche e siti web);
3)Per la fisica fondamentale (subnucleare) (quark,leptoni,bosoni vettoriali,cosmologia, astrofisica):
Libro on line di Antonino Cucinotta "Gianni e Giulia innamorati speciali - Affascinati dai misteri dell'universo ci aiutano a capire com'è fatto e come funziona il mondo fisico"
Quest'opera di divulgazione scientifica, scaricabile a pagamento dal sito www.librishop.it, sezione "Offerte e promozioni", comprende la versione testo del sito www.peoplephysics.com.

DOMANDA (Da Piacenza):Qual è il principio di funzionamento del touchpad di un notebook?


Il principio di funzionamento è lo stesso dei display touchscreen. Al di sotto della superficie isolante sulla quale si fa scorrere il dito c'è un reticolo di sottilissimi fili conduttori isolati l'uno dall'altro e disposti come le ascisse e le ordinate di un piano cartesiano.
Ogni punto d'incrocio tra due conduttori perpendicolari tra loro è individuato da una coppia di numeri interi (x,y) che forniscono al software la posizione istantanea del dito che è a contatto della superficie isolante. E poichè il dito (conduttore) costituisce assieme ai fili che si incrociano al di sotto di esso, un sistema di conduttori le cui capacità elettriche (tra filo e filo e tra ciascun filo ed il dito) si incrementano notevolmente rispetto a quelle esistenti in assenza del dito, si accumulano sui due fili e sul dito microcariche elettrostatiche indotte con segni opposti, che vengono rilevate dal microchip di pilotaggio del touchpad fornendo al software la posizione istantanea dell'incrocio selezionato dall'utente.
Lo spostamento del dito sul touchpad viene pertanto convertito istante per istante in una coppia x,y utilizzata dal software per spostare il cursore sul display LCD, come avviene per il mouse e per la trackball.

DOMANDE [da Serra San Bruno (Catanzaro)]: Perchè un' automobile tende a perdere stabilità in curva se si pigia il pedale del freno? Viceversa, perchè la vettura acquista stabilità se si accelera? Teoricamente una riduzione della velocità tangenziale dovrebbe ridurre l'accelerazione centrifuga e quindi il rischio della "perdità del controllo". Le faccio pubblicamente i complimenti per questo sito. Finalmente si trova in rete un sito che divulga la fisica in maniera chiara e comprensibile.

Premesso che è norma fondamentale di sicurezza stradale ridurre opportunamente la velocità, in funzione delle condizioni atmosferiche e dello stato del fondo stradale, già nel rettilineo che precede una curva, bisogna considerare quanto segue:
Se l'auto è già in curva ed è sul punto di perdere stabilità per una qualsiasi ragione (perdita di aderenza dovuta al fondo stradale viscido , brusca sterzata o rilascio dell'acceleratore) bisogna distinguere i seguenti casi:
1) Auto a trazione anteriore sovrasterzante
In questo caso , le reazioni normali esercitate dal fondo stradale sulle ruote posteriori (Np) sono inferiori a quelle esercitate sulle ruote anteriori (Na) (vedi parte sinistra della figura) e l'avantreno tende ad abbassarsi rispetto al retrotreno (il muso della vettura si abbassa per la compressione delle sospensioni), in quanto si verifica un trasferimento di carichi dalla parte posteriore alla parte anteriore della vettura. Pertanto il retrotreno tende a spostarsi verso il bordo esterno della curva , il che comporta il rischio di testacoda.
Per ridare stabilità alla vettura bisogna controsterzare e pigiare leggermente l'acceleratore. Infatti , accelerando dolcemente, tanto quanto basta, si trasferisce una parte del carico dall'avantreno al retrotreno (il muso della vettura s'innalza per l'estensione delle sospensioni). Queste manovre aumentano l' aderenza delle ruote posteriori e quindi la stabilità,consentendo di raddrizzare l'auto.
2) Auto a trazione posteriore sovrasterzante
In questo caso, essendo motrici le ruote posteriori, non è possibile accelerare, neanche dolcemente, in quanto l'incremento di forza propulsiva sulle ruote posteriori farebbe ulteriormente sbandare il retrotreno verso il bordo esterno della curva peggiorando la stabilità. Pertanto bisogna soltanto controsterzare per raddrizzare la vettura e completarne la stabilizzazione sempre usando lo sterzo.
3) Auto sottosterzante
In questo caso, è l'avantreno che tende a portarsi verso il bordo esterno della curva. Per aumentare la stabilità occorre rilasciare l'acceleratore e controsterzare. In tal modo, senza agire sul freno, si sfrutta il freno motore e si ottiene un trasferimento di carico dal retrotreno all'avantreno e quindi un aumento di aderenza.
In tutti e tre i casi considerati non è possibile usare i freni per aumentare la stabilità, poichè,già in condizioni di aderenza critica,verrebbe richiesta, anche in presenza del sistema ABS,una forza d'attrito non disponibile per le pessime condizioni dell'interfaccia tra pneumatici e fondo stradale, con il rischio di determinare lo slittamento del veicolo e la perdita del controllo.La forza di attrito (aderenza) complessiva durante la frenata è data dalla somma vettoriale della forza d'attrito (forza centripeta,perpendicolare alla velocità dell'auto e diretta verso il centro della curva) richiesta per far muovere l'auto lungo la curva di raggio R, con accelerazione centripeta V2/R, e della forza d'attrito,diretta lungo la tangente alla curva, che è necessaria per non far slittare i pneumatici durante la frenata.Se si tiene presente che questa seconda forza d'attrito, in fase di frenata, può essere sensibilmente maggiore di quella, uguale e contraria alla forza propulsiva F, che è necessaria per far avanzare l'auto prima che siano azionati i freni, si comprende come la risultante delle forze d'attrito tangenziale e radiale,non passando per il centro della curva e dando origine ad una variazione di direzione della velocità,tenda a far sbandare il veicolo, rendendolo incontrollabile qualora siano particolarmente critiche le condizioni del fondo stradale.


Ringrazio sentitamente tutti i visitatori per le lusinghiere attestazioni di gradimento espresse sui contenuti di questo sito.

DOMANDA:(da Modena)Che cosa è l'effetto Hall?

Nel 1879 il fisico statunitense Hall scoprì che in un conduttore percorso da corrente elettrica,in presenza di un campo magnetico avente una componente perpendicolare alla velocità di deriva delle cariche elettriche che costituiscono la corrente, si genera una differenza di potenziale (tensione) dovuta ad un campo elettrico (campo di Hall) perpendicolare all'asse del conduttore.
Esempio: Se il conduttore, costituito da una lamina di sezione rettangolare con dimensioni a e b, è percorso da una corrente continua di intensità I ed è sottoposto ad un campo magnetico di induzione B perpendicolare al lato a ed alla direzione di moto degli elettroni di conduzione,si genera una piccola tensione continua dovuta ad un campo elettrico trasversale rispetto alla corrente ed orientato parallelamente al lato a.
Infatti, se si indica con v la velocità di deriva degli elettroni di conduzione che costituiscono la corrente I,questi,essendo soggetti alla forza F = -evB (forza di Lorentz),dovuta al campo magnetico B e perpendicolare al piano dei vettori v e B (e è la carica dell'elettrone),si spostano parallelamente al lato a accumulandosi lateralmente.
Questo accumulo di elettroni determina una differenza di potenziale VH (di Hall), quindi un campo elettrico (di Hall) EH = VH/a, che tende ad equilibrare la forza di Lorentz.
Pertanto, se si indica con S = ab la sezione del conduttore e con N il numero di elettroni di conduzione per unità di volume, si ottiene:
I = SNev; v = I/(abNe);
eEH = eVH/a = evB = e I/(abNe) B;
VH = IB/(Neb).
Sull'effetto Hall, molto evidente nei semiconduttori (germanio, silicio ...),si basa il funzionamento di sensori microelettronici di vario tipo (di prossimità , di velocità angolare), di vasto impiego nei sistemi di automazione.

DOMANDA:(da Trieste) Perchè la carica elettrica in un conduttore si distribuisce sulla sua superficie esterna?

Un conduttore è in equilibrio elettrostatico (le cariche elettriche da esso possedute sono in quiete),soltanto se il campo elettrico è nullo in tutti i punti interni ad esso; infatti, se così non fosse, gli elettroni di conduzione, liberi di muoversi nella banda di conduzione del metallo sotto l'azione di un campo elettrico, si sposterebbero dando origine ad una corrente elettrica all'interno del conduttore.
Pertanto, se un conduttore in equilibrio elettrostatico possiede una carica elettrica acquisita per contatto con un corpo carico o per strofinio o per induzione, essa deve necessariamente localizzarsi soltanto sulla superficie esterna.
Questo fenomeno si può spiegare rigorosamente applicando il teorema di Gauss, che afferma che il flusso del campo elettrico E uscente da una qualsiasi superficie chiusa al cui interno siano presenti delle cariche elettriche,con lo stesso segno o con segni opposti, è dato dal rapporto tra la loro somma algebrica S+/- Qk e la costante dielettrica del vuoto eo:
F(E) = S+/- Qk/eo.
Esempio: Se consideriamo il caso particolarmente semplice di un conduttore sferico massiccio di raggio R, il flusso del campo elettrico uscente da una qualsiasi sfera concentrica di raggio r < R è dato, grazie alla simmetria sferica,dal prodotto del campo per l'area della superficie sferica di raggio r:
4pr2E = S+/- Qk/eo.
Pertanto il campo E è nullo soltanto se è nulla la somma algebrica delle cariche interne alla superficie considerata.
Se la sfera possiede una carica elettrica, questa deve necessariamente localizzarsi in superficie, entro uno strato di dimensioni comparabili con quelle di un atomo (10-8cm), in modo tale da rendere equipotenziale lo spazio occupato dalla sfera. Infatti, poichè il campo elettrico E = -grad V, è dato dal gradiente del potenziale elettrostatico V cambiato di segno, dovendo essere nullo il campo, ne deriva il valore costante del potenziale V in tutti i punti interni al conduttore.
Una conseguenza importantissima di questo effetto è la possibilità di schermare un corpo dai campi elettrici ponendolo all'interno di un involucro conduttore chiuso (schermo elettrostatico), continuo o costituito da una rete metallica a piccole maglie (gabbia di Faraday). Infatti in tal caso, anche se la superficie conduttrice viene elettrizzata con qualsiasi metodo, le cariche elettriche da essa acquisite si distribuiscono sempre sulla superficie esterna dell'involucro, rendendo equipotenziale lo spazio occupato dall'involucro e quindi nullo il campo elettrico nei punti interni ad esso.
Un osservatore all'interno della gabbia non rileva pertanto i campi elettrici esterni.


Domanda: (Da Frosinone) Certo è che l'umiltà è un bel valore morale, che forgia le virtù di un uomo. Mi chiedo: "caro prof. Cucinotta, qual è la valenza di questo valore nella sua esistenza e in che maniera può condizionare l'agire individuale per ciò che concerne la divulgazione, lo studio e la ricerca?"

Quanto male nel mondo è stato prodotto e continua ad essere prodotto dalla mancanza di umiltà e dall'indisponibilità al dialogo con il prossimo, a tutti i livelli !
La Storia c'insegna che l'orgoglio, la prepotenza e l'avidità di potere dei dominatori hanno sempre calpestato i diritti dei più deboli, e che , a lungo andare, le catene che hanno conculcato la libertà dei vinti, si sono sempre dissolte, direi quasi per naturale esaurimento della "carica" di potere, per confermare che l'unico Signore della Storia è Cristo, che è il Principe dell'umiltà e dell'amore.
In particolare, chi si professa cattolico deve sempre essere disponibile a condividere con il prossimo i doni che lo Spirito Santo gli ha elargito.
Come in una macchina ciascun ingranaggio contribuisce in ugual misura al suo regolare funzionamento, trasmettendo energia meccanica, così ogni uomo dovrebbe rappresentare per l'umanità un "ingranaggio" di trasmissione di forza morale , amore ed energia mentale. Purtroppo in questo mondo dominato dall'egoismo, che è il peggior nemico dell'uomo, siamo, ahinoi, ben lontani da questo modello ideale. Anzi sembra che oggi più che mai, in questa prima decade del terzo millennio, pur essendo altissimi i livelli di avanzamento raggiunti dalla Scienza e dalle varie tecnologie, si sia invece toccato il fondo del disordine morale, che a partire dal 1968 si è via via propagato alle colonne portanti della società: famiglia e scuola.
La famiglia tradizionale fondata sul matrimonio è andata via via disgregandosi sotto l'effetto della sistematica, direi quasi scientifica irrisione dei valori religiosi, di fedeltà reciproca, umiltà, condivisione delle responsabilità, mutua comprensione, incrementando in modo intollerabile l'entropia (in termodinamica equivale a disordine) del sistema società.
La scuola ha subito una degenerazione analoga, soprattutto in Italia. Spinte demagogiche, spacciate per riforme culturali, hanno intaccato sin dal 1962 la struttura didattico-educativa con l'attuazione della riforma della scuola media inferiore (che rese prima non obbligatorio lo studio del latino, per abolirlo qualche anno dopo) e con l'introduzione, nel 1969, del famigerato esame di maturità a menu (con due materie, di cui una scelta dal candidato), con lo "splendido" risultato del decadimento culturale che oggi possiamo constatare in vaste aree del sistema scolastico italiano. Fu mancanza di umiltà il voler imporre ope legis un degradamento culturale che è alla base del semianalfabetismo di ritorno rilevato recentemente. Gli effetti di questa lenta ma inesorabile involuzione culturale, voluta, li possiamo constatare giorno per giorno osservando che gran parte della nostra gioventù studentesca subisce passivamente il fascino perverso dei prodotti tecnologici più avanzati ( mi riferisco in particolare ai videocellulari), senza possedere gli strumenti culturali per dominarli. L'uso dei prodotti tecnologici deve essere gestito consapevolmente attraverso il filtro della cultura, non attraverso le trovate commerciali dei gestori delle società di telefonia cellulare che sembra facciano a gara tra loro per inventare "la necessità" di nuovi consumi multimediali fini a se stessi, che nulla hanno di culturale, anzi sono vere e proprie droghe elettroniche che contribuiscono all'istupidimento dei giovani non dotati di validi strumenti culturali.
La mancanza di umiltà di molti cattedratici italiani fa sì che molti giovani e validi ricercatori, vittime del potere accademico, siano costretti ad emigrare all'estero per fare carriera scientifica.
Io penso che l'umiltà sia un valore fondamentale, imprescindibile, soprattutto per chi fa ricerca. I ricercatori sanno benissimo quanto sia impegnativo formulare un'ipotesi scientifica ed elaborare nuove teorie, sperando che le verifiche sperimentali insite nel metodo galileiano possano convalidarle, e pronti in caso di insuccesso a formulare nuove ipotesi, senza stancarsi mai, sempre lavorando con pazienza ed umiltà , per tentare di spiegare i misteri della natura. I ricercatori sono motivati da una vera e propria vocazione per la Conoscenza, che li spinge ad affrontare continuamente, con grande umiltà, notevoli sacrifici , ed in casi limite anche rischi mortali (si pensi alle ricerche sui virus).
La stessa umiltà è necessaria per chi si impegna nella divulgazione scientifica fatta seriamente, non banalizzando i contenuti, ma cercando sempre la via più efficace e più diretta, soprattutto attraverso esempi che possano fornire riscontri immediati, per riuscire a trasmettere il meraviglioso senso del mistero che pervade l'uomo davanti ai misteri del Creato. La divulgazione scientifica dovrebbe, a mio parere, giungere nel contempo alla mente ed al cuore di coloro che, con umiltà, siano disposti a recepirla, rendendosi partecipi della bellezza e del fascino che solo la poesia della natura, attraverso la scienza, può offrire.

DOMANDE:(da Cosenza)Qual è il principio di funzionamento di un pannello solare e in che modo si utilizza in un'abitazione adibita ad uso domestico per sopperire alle mancanze di energia elettrica dell'enel?Oltre al pannello solare ci sono altri dispositivi? Se si quali e che funzione svolgono?


Un pannello fotovoltaico per la produzione di energia elettrica funziona in base all'effetto fotovoltaico che si verifica in una giunzione semiconduttrice PN al silicio illuminata dalla radiazione solare. I fotoni della radiazione elettromagnetica assorbiti dalle celle solari (pile fotovoltaiche), collegate in serie per costituire un pannello fotovoltaico, cedono la loro energia al cristallo semiconduttore generando coppie elettrone-buca (una per ciascun fotone). Gli elettroni e le buche generati in una giunzione PN migrano sotto l'azione del campo elettrico esistente all'interfaccia tra il silicio di tipo P (contenente prevalentemente buche, che equivalgono all'assenza di un elettrone di valenza e quindi ad una carica elementare positiva) ed il silicio di tipo N (contenente prevalentemente elettroni) e si accumulano rispettivamente nella zona N e nella zona P, dando origine ad una differenza di potenziale di circa 0,5 V, che aumenta lievemente (con legge logaritmica) in funzione del flusso luminoso assorbito dalla cella.
Le batteria solare ottenuta collegando le celle in serie genera una forza elettromotrice con valori standard (12 V , 24 V o 48 V) ed alimenta attraverso una scheda elettronica di regolazione una batteria di accumulatori (al piombo, al Ni Cd o di altro tipo), che funge da serbatoio di energia elettrica durante le ore di buio o in mancanza di corrente di rete. Tra la batteria di accumulatori e la rete elettrica è collegato un inverter, che serve a trasformare la corrente elettrica continua in corrente alternata monofase a 220 V, 50 Hz o trifase (220V/380 V, 50 Hz). I sistemi fotovoltaici installati dalle società elettriche sono dotati di uno speciale contatore che registra sia l'energia prodotta che quella assorbita, consentendo all'utente di conseguire un risparmio in bolletta corrispondente all'energia prodotta.

DOMANDE :(Da Vibo Valentia) In che modo è connessa la velocità di deriva degli elettroni di conduzione di un conduttore di lunghezza l, sezione S e resistività rho, alla d.d.p. applicata ai suoi capi? In particolare, che tipo di legame vi è tra la velocità di deriva e la d.d.p.? Lineare? Quadratico? Esponenziale? Logaritmico?

E-mail:"Son rimasto letteralmente a bocca aperta nel vedere un sito siffatto. E' pleonastico farle gli inesplicabili complimenti e congratulazioni per il magistrale lavoro di divulgazione da lei espletato nello stendere questo sito. Comunicherò a tutte le persone interessate a conoscere la fisica l'indirizzo di questo sito ed inoltre farò in modo che i miei figli reperiscano materiale culturale ai fini didattico/scolastici da questo stesso sito. Peccato però che la grafica non sia degna di questi magnifici contenuti... Tuttavia la domanda che le porgo trova la sua ragion d'essere dal fatto che vedo felicemente la sua disponibilità nel rispondere a domande sul mondo della fisica; e non solo. Lei ha il grande pregio (forse un dono di Dio) di rendersi disponibile alle persone, rispondendo con parole degne di un essere speciale, di una persona il cui grande valore morale è l'umiltà. Da qui nasce il motivo della domanda da me posta; io sono un docente di filosofia in un liceo. Mio figlio si trova in difficoltà di fronte a d un dubbio che lo tormenta da tempo e al quale il suo docente di fisica non ha dato una risposta comprensibile. Mi auguro che lei ci riesca..."
Risposta:
In un conduttore di lunghezza l, sezione S e resistività r, gli elettroni liberi (elettroni appartenenti alla banda di conduzione) , quando sono accelerati dal campo elettrico E = V/l prodotto dalla d.d.p. V applicata agli estremi, per la seconda legge della dinamica acquisiscono un’accelerazione a = F/m = -eE/m , essendo e = 1,6 . 10-19C la carica ed m la massa dell’elettrone.
Pertanto, se la tensione V è costante, sono costanti anche il campo elettrico E e l’accelerazione a, e l’elettrone si muove di moto uniformemente accelerato fino a quando non subisca un urto contro uno ione del reticolo cristallino del metallo.
Se si indica con t l’intervallo di tempo durante il quale il moto è uniformemente accelerato (si consideri che la velocità in un moto uniformemente accelerato è direttamente proporzionale al tempo), si può calcolare la velocità di deriva v = a t = eEt/m = eVt/(lm) che l’elettrone acquista sotto l’azione della d.d.p. V applicata agli estremi del conduttore. Quindi il legame tra la velocità di deriva v e la d.d.p. V è lineare. E poiché la densità di corrente J (che si misura in A/mq ed è definita dal rapporto tra l’ intensità di corrente I e la sezione S) è legata alla velocità di deriva v dalla relazione J = N e v, dove N è la concentrazione (numero di elettroni di conduzione per m3 nel metallo considerato), si ottiene l’espressione maxwelliana della I legge di Ohm J =sE :
J = I/S = Nev = [Ne2t /m](V/l) = sE, dove s = 1/r =[Ne2t /m]( è la conduttività del metallo.
Si ottiene quindi la I legge di Ohm: I/S = V/(lr );
V = I (rl/S) = IR , dove R = (rl/S) è la resistenza del conduttore (II legge di Ohm).
Pubblico con piacere,su richiesta,l'e-mail inviatami dal gentilissimo visitatore di Vibo Valentia, che ringrazio di cuore per i lusinghieri complimenti e per gli auguri pasquali.
Re:"Sono felice di aver avuto una risposta che ha diradato le nubi del dubbio di mio figlio, il quale la ringrazia immensamente per la sua chiarezza espositiva e per la sua prontezza nel rispondere in tempi relativistici alla domanda da me posta circa il legame tra la velocità di deriva e la d.d.p. Tuttavia pensavo che lei pubblicasse tutto quello che le ho scritto in questo campo; la pregherei, quindi, se possibile, di esporre i miei complimenti. Vorrei che i fruitori del sito "vedano" i commenti. Grazie! Anche se in ritardo, le faccio tanti auguri di buona pasqua."

DOMANDA: (da Messina) E' esperienza comune il fatto che ponendo a contatto una estremità di un rettangolino di carta igienica (o altra carta) con la superficie libera di acqua, questa si propaga verso l'alto, all'interno della carta, contro la forza di gravità. Quale forza è in grado di permettere la salita del liquido nella carta ?

Si tratta di un fenomeno di capillarità causato dalle forze elettriche di adesione tra il materiale poroso (la carta) e le molecole d’acqua.
Se immergiamo un tubicino di vetro con un diametro di alcuni decimi di millimetro (capillare) in un recipiente contenente acqua, notiamo che il livello raggiunto dal liquido nel capillare supera di poco quello del recipiente, e precisamente che il dislivello tra le superfici libere interna ed esterna al tubicino è inversamente proporzionale al suo diametro.Ciò è dovuto al fatto che le forze elettriche attrattive che fanno aderire l’acqua alla parete interna del capillare, bagnandolo, superano le forze elettriche di coesione tra le molecole determinate dai legami a idrogeno esistenti tra ciascuno dei due atomi di idrogeno di una molecola d’acqua e gli atomi di ossigeno delle molecole contigue.
Si tenga presente che se le forze di coesione tra le molecole di un liquido, responsabili dei fenomeni di tensione superficiale (fenomeni di superficie), superano le forze di adesione tra il materiale del tubicino e le molecole del liquido, la superficie libera di questo si incurva (menisco convesso) senza bagnare la parete, ed il livello interno del liquido si abbassa rispetto a quello esterno in modo direttamente proporzionale al coefficiente di tensione superficiale del liquido ed inversamente proporzionale alla densità del liquido ed al diametro (depressione del mercurio in un capillare). Se invece, come nel caso dell’acqua in un capillare, le forze di coesione tra le molecole del liquido sono meno intense di quelle di adesione tra il materiale del tubicino e le molecole del liquido, la superficie libera di questo si incurva (menisco concavo) bagnando la parete, ed il livello interno del liquido si innalza rispetto a quello esterno , secondo una legge analoga a quella che descrive la depressione di un liquido che non bagna la parete.
L’imbibizione della carta porosa si spiega considerando che la sua struttura è costituita da tanti microcapillari che esercitano sulle molecole d’acqua forze di adesione più intense di quelle di coesione , spingendo verso l’alto il liquido contro la forza di gravità, finchè la pressione idrostatica generata dall’assorbimento del liquido da parte della carta non faccia equilibrio alle forze elettriche che causano il fenomeno.

DOMANDE:(da Cesenatico) Qual è la differenza tra massa e materia? Credo di aver sentito, da una divulgazione del prof. Zichichi, che la massa è instabile; perchè la massa è "instabile"?


Il fisico inglese Paul Dirac nel 1928 dimostrò attraverso la sua famosa equazione, che consente di includere nella meccanica quantistica (o ondulatoria) formulata dal fisico austriaco Erwin Schroedinger i principi della teoria einsteiniana della relatività ristretta, come ad una particella elementare con spin (1/2) come l’elettrone, dotato di carica elementare negativa, debba essere necessariamente associata “specularmente”, cioè come una sorta di particella “immagine” riflessa da un misterioso specchio della natura, un’antiparticella (particella di antimateria) avente la stessa massa, lo stesso spin e carica elementare positiva. L’antiparticella dell’elettrone, ipotizzata da Dirac e scoperta da Anderson nel 1933 studiando mediante palloni sonda la radiazione cosmica, venne denominata positrone (o positone), cioè elettrone positivo.
L’elettrone ed il positrone sono entrambe particelle stabili, proprio perché sono dotate di cariche elettriche elementari uguali e contrarie, e mantengono la loro stabilità finchè non collidono tra loro annichilandosi in due fotoni di alta energia (quanti di radiazione gamma).
In tal caso, infatti, la particella e l’antiparticella, fatte di massa e di carica, annullandosi la somma algebrica delle cariche elettriche che le differenziano l’una dall’altra, perdono la loro stabilità, e l’energia relativistica E = 2moc2 associata alla somma 2mo delle loro masse a riposo, si libera sotto forma di energia elettromagnetica .
Viceversa, due quanti di radiazione gamma possono creare una coppia particella-antiparticella (elettrone-positrone o protone-antiprotone) purchè la loro energia totale sia almeno uguale alla somma delle loro masse moltiplicata per c2. Pertanto la materia (o l’ antimateria) di una particella elementare consta di massa (da sola instabile) e di carica elettrica. In realtà, oltre alla carica elettrica, intervengono altre “cariche” che impediscono alla massa di trasformarsi spontaneamente in energia secondo la famosa equazione E = mc2: sono le cariche di sapore o “sapori” delle particelle, quali i sapori leptonici associati alle particelle elementari sensibili alle sole interazioni elettromagnetiche e subnucleari deboli (elettrone, muone, tauone, neutrino e rispettive antiparticelle) ed i sapori dei sei quark (up, down, strange,charm,top e bottom) e dei rispettivi antiquark che formano gli adroni (barioni e mesoni), particelle sensibili all’interazione subnucleare forte oltrechè a quella elettrodebole (elettromagnetica + subnucleare debole). La massa da sola è instabile proprio perché sono le cariche elettriche e di sapore a conferirle stabilità rendendola materia (o antimateria).

DOMANDA: Quando l'attrito viene definito forza di reazione?

Due semplici esempi pratici ci fanno capire il ruolo svolto dalle forze d'attrito che si manifestano come forze di reazione alle forze motrici: 1) Quando camminiamo applichiamo al suolo delle forze motrici tangenziali (di azione) che hanno verso contrario al nostro moto e sono controbilanciate dalle forze d'attrito radente (di reazione) che il suolo esercita sulle nostre scarpe spingendoci in avanti;
2)Un veicolo di qualsiasi tipo può avanzare grazie alle forze d'attrito radente che il fondo stradale esercita tangenzialmente sulle ruote, alle quali vengono applicate le forze di azione dovute alla coppia motrice sviluppata dal motore.Le forze di attrito nei punti di contatto tra il suolo e le ruote impediscono a queste di slittare (almeno fino ad un dato limite, tanto maggiore quanto maggiore è il coefficiente di attrito statico), imprimendo al veicolo la forza propulsiva che ne determina il moto.
Pertanto le forze d'attrito sono forze di reazione ogni qual volta si oppongano alle forze di azione che producono il moto di un corpo.

DOMANDA:(da L'Aquila) Un bipolo tempo variante esclude la condizione di linearità o di non linearità?

La linearità o non linearità della caratteristica di un bipolo non è in relazione con la tempo-varianza nè con la tempo-invarianza.
Per esempio,un resistore regolabile è tempo variante indipendentemente dal fatto che la sua caratteristica I/V sia lineare o non lineare. D'altra parte, se si considera un bipolo costituito da 2 o più resistori lineari (ohmici) o non lineari (varistori o VDR) collegati in parallelo o in serie tra loro,in modo tale che possa essere variato il valore ohmico del resistore risultante a seconda delle esigenze circuitali,si ha l'esempio di un bipolo tempo variante,rispettivamente lineare o non lineare

DOMANDE :(da Napoli) La divergenza di quale grandezza fisica è nulla nel processo di carica di un condensatore? E per un induttore?

Nel processo di carica di un condensatore si annulla la divergenza della somma dei vettori J = (densità di corrente di conduzione nei fili che collegano le armature del condensatore al generatore) e dD/dt (derivata dell’induzione dielettrica rispetto al tempo).
Infatti la divergenza del vettore dD/dt, introdotto da Maxwell ,che lo definì densità di corrente di spostamento, per il teorema di Gauss div D = r, dove r è la densità cubica di carica elettrica,è uguale alla derivata della densità di carica r rispetto al tempo:
div (dD/dt) = d (div D)/dt = dr/dt.
Poiché dr/dt (variazione temporale della densità di carica sulle armature, per l’equazione di continuità, che esprime il principio di conservazione della carica elettrica,uguaglia la divergenza della densità di corrente di conduzione cambiata di segno - div J, ne consegue che -div J = dr/dt = d(div D)/dt.
Pertanto div J + d(div D)/dt = div (J + dD/dt ) = 0.
Nel caso dell’induttore il vettore induzione magnetica B è sempre solenoidale (div B = 0) poichè non esistono poli magnetici isolati e le linee di forza del campo magnetico sono sempre chiuse.

DOMANDE:(da Sassari) In che cosa consiste la teoria delle stringhe? Chi l'ha elaborata e di che cosa parla? E' vero, come si dice, che tale teoria scarterà quella della relatività generale?

La teoria delle stringhe , detta anche teoria delle corde, fu formulata dal fisico Gabriele Veneziano, nel 1968, con la finalità di spiegare le proprietà di alcune combinazioni adroniche (soggette all’interazione forte) dei quark. La teoria inizialmente non ebbe successo presso la comunità scientifica internazionale, anche a causa del fatto che, sull’onda del successo riscosso dalla teoria elettrodebole di Salam-Glashow-Weinberg, i lavori dei fisici teorici negli anni ’70 riguardavano prevalentemente lo sviluppo della cromodinamica quantistica , teoria avente come oggetto lo studio delle interazioni forti generate dalle cosiddette “cariche di colore” dei quark e mediate dallo scambio di gluoni, quanti di energia subnucleare aventi massa nulla e concepiti in analogia ai fotoni, che sono invece i quanti responsabili delle interazioni elettromagnetiche tra particelle cariche, nell’ambito della teoria dell’elettrodinamica quantistica , sviluppata negli anni ’40 da Tomonaga, Schwinger e Feynman.
La teoria delle stringhe, riconsiderata negli anni ’80 e correntemente denominata teoria delle superstringhe (o delle supercorde) , in quanto fa parte delle varie teorie supersimmetriche (teorie del supermondo), è una teoria formulata in un continuum ad undici dimensioni, di cui quattro coincidono con le coordinate x,y,z,t dello spazio-tempo relativistico, mentre le altre sette sono, per così dire, dimensioni aggiuntive, che nelle fasi iniziali dell’evoluzione dell’universo (10-43 secondi dopo il big bang) si sarebbero “arrotolate” in circonferenze infinitesime per noi attualmente invisibili, il che comporta che esse per noi siano delle dimensioni nascoste dello spazio-tempo universale.
Nell’ambito della teoria delle superstringhe ogni particella elementare ed ogni quanto dei campi delle forze fondamentali della natura (gravitone per quelle gravitazionali,fotone e bosoni vettori W+, W- e Z° per quelle elettromagnetiche e subnucleari deboli, gluone per quelle subnucleari forti tra i quark) vengono considerati come corde, la cui lunghezza dipende dalla massa-energia della particella. Per capire questo concetto, bisogna considerare i fenomeni vibratori di una corda, per esempio la corda di uno strumento musicale. Infatti, come le onde stazionarie (armoniche) generate da una corda di lunghezza L con gli estremi fissi , pizzicata in un suo punto qualsiasi ,hanno frequenza multipla della frequenza fondamentale fo = Vs /l = Vs/( 2L), dove Vs è la velocità del suono nel metallo e l è la lunghezza d’onda, analogamente le varie particelle che costituiscono la materia dell’universo corrispondono ad altrettanti stati vibratori (stati risonanti) di “supercorde”, che possono essere lineari o ad anello, con la lunghezza della corda o della circonferenza dell’anello inversamente proporzionali alla massa-energia delle particelle.
La teoria delle superstringhe potrebbe rappresentare la teoria supersimmetrica ideale per unificare la teoria relativistica della gravità (teoria della relatività generale) con la meccanica quantistica e con le teorie quantistiche dei campi del modello standard (elettrodinamica quantistica e cromodinamica quantistica).
Infatti, il fatto che la lunghezza minima di una supercorda non possa essere minore del cosiddetto ”quanto di lunghezza” lp della scala di Planck (lp = 10-35 metri), implica, in base al principio d’indeterminazione di Heisenberg Dp D x = h/(2p), che la quantità di moto p = mv e quindi l’energia cinetica Ec = p2/(2m) = (1/2) mv2 di una particella (supercorda) non possano divergere all’infinito. Questo equivale ad affermare che lo spazio-tempo è quantizzato e che lo era anche al momento del big bang. Come conseguenza della quantizzazione dello spazio-tempo, presupposto necessario per l’unificazione della teoria relativistica della gravitazione e della meccanica quantistica, deriva l’impossibilità di considerare puntiforme l’universo al momento del big bang , con fondamentali implicazioni concernenti la temperatura iniziale e l’evoluzione del cosmo.
Pertanto la teoria delle stringhe include, quantizzandola, la teoria della relatività generale.

DOMANDA:(da Napoli) Quanto vale la f.e.m. del generatore equivalente di un sistema costituito da due generatori ideali collegati in parallelo?

Consideriamo due generatori reali di tensione collegati in parallelo ed aventi le f.e.m. E1 ed E2 e la stessa resistenza interna Ri .
In questo caso i due generatori sono equivalenti ad un generatore avente la f.e.m. Eeq = (E1 + E2 )/2 e resistenza interna Ri/2. Infatti , per il teorema di Millman si ha:
Eeq = (E1/ Ri + E2/Ri )/(1/ Ri + 1/Ri ) = [(E1 + E2 )/ Ri]/(2/ Ri) = (E1 + E2 )/2 .
Poiché il risultato ottenuto evidenzia l’indipendenza della f.e.m. equivalente dal valore della comune resistenza interna, si deduce, nel caso limite di due generatori ideali di tensione, con Ri = 0 , che Eeq = (E1 + E2 )/2 .
Lo stesso risultato si può ottenere per altra via, considerando la corrente circolante nella maglia costituita da due generatori reali di tensione collegati in parallelo ed aventi le f.e.m. E1 ed E2 ( per es. con E1 > E2) e la stessa resistenza interna Ri:
I = (E1 - E2 )/(2 Ri).
Pertanto la f.e.m. Eeq è pari alla tensione ai capi dei due generatori, che si ottiene sommando la f.e.m. E2 alla caduta di tensione I Ri ai capi della resistenza interna dello stesso generatore:
Eeq = (E1 - E2 ) Ri /(2 Ri) + E2=(E1 Ri - E2 Ri + 2E2 Ri)/(2Ri)= (E1 + E2 )/2 .

DOMANDE (da Messina): Potrebbe spiegare in parole semplici il fenomeno dell'interferenza? E come è connessa con la diffrazione?

L’interferenza delle onde elettromagnetiche

Due antenne radio alimentate dallo stesso trasmettitore e distanziate tra loro si comportano come due sorgenti coerenti di onde elettromagnetiche,che irradiano cioè onde elettromagnetiche che presentano un ritardo costante (differenza di fase costante) le une rispetto alle altre.
Per effetto di questo ritardo, una stazione ricevente molto distante dalle antenne, riceve la somma vettoriale dei due campi elettromagnetici, che corrisponde ad un campo elettromagnetico risultante la cui intensità varia periodicamente al variare della posizione della stazione ricevente rispetto alle antenne trasmittenti.
Si verifica in questo caso un fenomeno di interferenza tra le onde elettromagnetiche irradiate dalle due antenne.
L'interferenza produce valori massimi del campo elettrico (interferenza costruttiva),pari al doppio del campo dovuto ad una sola antenna in tutti i punti tali che la differenza delle loro distanze rispetto alle due antenne sia pari ad un numero intero di lunghezze d'onda,intendendosi per lunghezza d'onda (periodo spaziale) lo spazio l = c T = c/f percorso dall'onda durante il periodo T (inverso della frequenza f) di oscillazione del campo elettrico.
Se invece si considerano tutti i punti tali che la differenza delle loro distanze dalle antenne sia pari ad un numero dispari di semilunghezze d'onda, si ha interferenza distruttiva ed ivi il campo elettromagnetico risultante si annulla.
L'interferenza produce pertanto una distribuzione di energia elettromagnetica che varia periodicamente in funzione della distanza.

Questi fenomeni di affievolimento ed intensificazione del campo si verificano in particolare nella ricezione a grande distanza delle onde corte (onde con lunghezza compresa tra 10 e 100 metri) riflesse dagli strati ionosferici.
In tal caso i punti della ionosfera nei quali avviene la riflessione delle onde, si comportano come tante sorgenti coerenti i cui contributi interferiscono distruttivamente o costruttivamente al variare della distanza della stazione ricevente (fenomeni di fading).
L'interferenza delle onde luminose si ottiene con dispositivi ottici particolari,in quanto le sorgenti luminose ordinarie generano tante onde luminose elementari incoerenti tra loro,che sono emesse senza coordinamento temporale dai singoli atomi.
Per esempio, si possono ottenere fenomeni di interferenza su una superficie piana con luce monocromatica riflessa da due specchi opportunamente inclinati tra loro.
Si osserva in tal caso un sistema di massimi e minimi di intensità luminosa (frange di interferenza).

Oggi il metodo più usato per ottenere facilmente l'interferenza delle onde luminose utilizza la luce dei LASER (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation), dispositivi funzionanti in base ai principi dell' elettronica quantistica, che emettono onde luminose coerenti sia spazialmente che temporalmente, cioè con differenza di fase costante tra loro.

La diffrazione delle onde elettromagnetiche

Quando un'onda elettromagnetica viene diffusa da un ostacolo o si propaga attraverso un'apertura di dimensioni comparabili con la sua lunghezza d'onda,subisce il fenomeno della diffrazione, che si spiega con il principio di Huygens-Fresnel, in base al quale tutti i punti dell'apertura o dell'ostacolo che si trova sulla linea di propagazione dell'onda, diventano a loro volta sorgenti di onde sferiche elementari, che diffondono l'energia dell'onda elettromagnetica in tutte le le direzioni comprese nella semisfera avente nel suo centro l'ostacolo o la fenditura.
Le onde sferiche elementari interferiscono tra loro dando origine ad una distribuzione di energia elettromagnetica che presenta periodicamente dei massimi e dei minimi al variare dell'angolo formato dalla direzione iniziale di propagazione con la generica direzione che si considera (con un angolo compreso tra 0° e +/- 90°).

Nel caso della diffrazione di un raggio luminoso monocromatico attraverso una piccolissima apertura, circolare o rettangolare, di dimensioni comparabili con la lunghezza d'onda e praticata in uno schermo opaco, si può osservare su uno schermo scuro un sistema di frange di diffrazione, rispettivamente circolari o rettangolari, che corrispondono a massimi e minimi dell'intensità luminosa.
Dalla misura della distanza tra la frangia centrale ed una delle frange successive si può ricavare, in base alla distanza tra l'immagine di diffrazione ed il piano della fenditura, la lunghezza d'onda della radiazione luminosa.
Se si opera invece con luce bianca, si osservano sistemi di frange iridescenti dovute ai diversi massimi di luce prodotti dalle radiazioni di diversa lunghezza d'onda.

I fenomeni di diffrazione che si ottengono inviando su un cristallo un sottile fascio di raggi X, che sono onde elettromagnetiche con lunghezza d'onda compresa tra alcuni centesimi e qualche decimo di nanometro, producono su una lastra fotografica frange di diffrazione che consentono di ricavare informazioni sulla struttura dei cristalli e delle molecole (diffrattometria a raggi X).
Infatti i raggi X che vengono diffusi in tutte le direzioni dai singoli atomi di un cristallo o di una molecola, interferiscono costruttivamente soltanto in determinate posizioni angolari rispetto al fascio incidente,consentendo di ricostruire la simmetria che caratterizza la disposizione degli atomi.
L’interferenza di due o più sorgenti di onde elettromagnetiche (onde radio, onde luminose o raggi X) è un fenomeno di somma vettoriale di campi elettromagnetici (onde elettriche + onde magnetiche con piani di oscillazione perpendicolari tra loro) che producono massimi e minimi di intensità della radiazione (frange), connessi a differenze di cammino che sono uguali, rispettivamente, a multipli pari o dispari della semilunghezza d’onda, al variare delle coordinate spaziali. Le differenze di cammino tra onde piane interferenti producono ritardi differenti e quindi differenze di fase che variano in funzione delle coordinate spaziali.
La diffrazione di un’onda elettromagnetica è dovuta invece al fatto che il fronte di un’onda piana propagantesi attraverso un’apertura di dimensioni comparabili con la lunghezza d’onda, si sparpaglia in tantissimi fronti d’onda sferici elementari che spiegano la propagazione ondosa in tutte le direzioni al di là dell’apertura , nel campo angolare di 180°. Se si considera una qualsiasi di queste direzioni , per ottenere la relativa intensità della radiazione è necessario comporre vettorialmente i singoli campi elettromagnetici elementari dovuti alle singole onde sferiche che si propagano al di là dell’apertura, con il risultato che l’intensità varia, con periodicità spaziale, al variare dell’angolo da 0° a +/- 90°, producendo, nel caso di una singola apertura, un sistema di frange di diffrazione, con un massimo centrale e massimi laterali di intensità decrescente, che sono tanto più fitti quanto minore è il rapporto tra la lunghezza d’onda e la larghezza dell’apertura; il che spiega la necessità di impiegare negli strumenti ottici (telescopi, binocoli, ecc..) lenti e specchi di apertura tanto maggiore quanto più elevata sia la risoluzione richiesta, proprio per minimizzare gli effetti della diffrazione e potere osservare i minimi particolari di un’immagine. Se poi si considera un reticolo di diffrazione, costituito da tante aperture sottilissime con passo comparabile con la lunghezza d’onda, è ovvio che per ottenere l’intensità della radiazione al variare della direzione considerata al di là del reticolo (da 0° a 180°), sia necessario comporre vettorialmente i campi elettromagnetici dovuti alle onde sferiche elementari generate dalle singole aperture. Applicando le leggi dell’interferometria, se la direzione considerata è tale che le differenze di cammino tra le onde piane prodotte nella stessa direzione dalle onde sferiche generate per diffrazione dalle singole fenditure, siano uguali a multipli pari della semilunghezza d’onda, si ottiene un massimo di intensità della radiazione (interferenza costruttiva), altrimenti si ottengono valori di intensità decrescenti fino a zero (minimi corrispondenti all’interferenza distruttiva per direzioni tali che le differenze di cammino siano uguali a multipli dispari della semilunghezza d’onda).

DOMANDE (da Palermo): Ho letto che lo studio della fibrillazione cardiaca ultimamente viene studiato mediante la teoria matematica della risonanza(teoria della perturbazione singolare).Mi potreste spiegare,in modo semplice,di cosa si tratta.Il termine in inglese "resonance drift" come si traduce?

La modellizzazione della fibrillazione cardiaca si basa sull’applicazione dell’equazione complessa di Ginzburg-Landau, originariamente introdotta , nell’ambito della teoria BCS (Bardeen Cooper Schrieffer) della superconduttività, per spiegare la transizione di un metallo dallo stato superconduttivo (annullamento della resistenza elettrica) a quello normale , con resistenza elettrica diversa da zero.
Questa equazione alle derivate parziali può essere applicata, in contesti diversi da quello della superconduttività, allo studio di particolari mezzi continui, come appunto il tessuto cardiaco, che sono caratterizzati da fenomeni di diffusione di ioni (sodio, calcio, potassio) attraverso le membrane cellulari,in relazione col cosiddetto potenziale di membrana,generato dalla differenza delle concentrazioni ioniche interne ed esterne alle cellule del miocardio.
Si tratta di fenomeni che possono dare origine a moti a spirale (denominati anche “spiral waves”, termine che letteralmente significa “onde a spirale”).
Questi moti a spirale sono descritti dalle soluzioni dell’equazione complessa di Ginzburg-Landau, considerata sia in assenza di perturbazioni, cioè soltanto sulla base delle proprietà di autooscillazione del mezzo nel quale avviene la diffusione ionica, sia in presenza di piccole perturbazioni, costituite per esempio da segnali elettrici periodici di piccola ampiezza applicati al tessuto. In quest’ultimo caso, le soluzioni dell’ equazione di G.-L. sono rappresentate da una spirale il cui centro si sposta con una velocità di deriva (drift) che è massima quando il periodo dei segnali elettrici applicati è uguale o molto vicino al periodo di rotazione della spirale. E’ questo il motivo per cui si parla di “resonant drift” , cioè di “moto di deriva risonante”, relativo alla condizione di risonanza. I moti ionici a spirale sembrerebbero essere la causa determinante della fibrillazione cardiaca.
Si pensa inoltre di potere applicare la teoria della risonanza (o della perturbazione singolare, con una determinata frequenza di risonanza) alla realizzazione di defribillatori a bassa tensione, capaci di interrompere le aritmie cardiache semplicemente applicando tensioni periodiche di piccola ampiezza con frequenza uguale, o quasi, a quella di rotazione delle spirali ioniche.
Bibliografia:
1)Biktashev V.N. ,Holden, A.V.: “Design principle of a low voltage cardiac defibrillator based on feed-back resonant drift” Journal of Theoretical Biology 169 (1994) : 101-113.
2) Holden , A.V.:”Defibrillation in models of cardiac muscle”, Journal of Theoretical Medicine 1 (1997) :91-102.

DOMANDE(da Venezia): In che cosa consiste l'effetto pelle e su quale legge è basato?

SEZIONE EFFICACE (CORONA CIRCOLARE ROSSA) DI UN CONDUTTORE PERCORSO DA CORRENTE AD ALTA FREQUENZA
(EFFETTO PELLICOLARE - SKIN EFFECT)

L’ "effetto pelle" (skin effect) consiste nel fatto che la corrente alternata ad alta frequenza attraversa un conduttore soltanto superficialmente, fino ad una profondità di penetrazione (delta), che decresce al crescere della frequenza, a causa del fatto che, quanto maggiore è la frequenza, e quindi quanto più rapide sono le variazioni temporali del flusso d'induzione magnetica generato dal passaggio della corrente, tanto maggiore è la reattanza che si oppone, per la legge di Faraday-Neumann-Lenz, al passaggio di corrente nelle zone vicine all'asse del conduttore.
La legge che consente di calcolare la profondità di penetrazione (in cm) d di una corrente con frequenza f (in Hz) in un conduttore di raggio r e resistività r è la seguente: d = 5033 sqr[r/(mf)], dove m è la permeabilità magnetica del conduttore .
Per il rame , a 20 °C, d = 6,62/sqr(f) , in cm.
E’ questo il motivo per cui tutti gli avvolgimenti (bobine) dei circuiti funzionanti a radiofrequenza ( con f maggiore di 50 MHz) devono essere argentati, proprio per abbassare la resistenza dello strato superficiale del conduttore e quindi le perdite per Effetto Joule.

DOMANDE (da Venezia): La ringrazio sentitamente per la velocità di risposta alla domanda che le ho posto circa l'effetto pelle. E' veramente una cosa bella quello che lei fa ed è eccellente anche la qualità della risposta (e delle risposte ) che lei ha dato. Se per lei non è di disturbo avrei ancora un dubbio: "perchè l'esperienza dei fili di Lecher dimostra che affinchè un circuito sia a parametri concentrati, esso deve avere dimensioni trascurabili rispetto alla minima lunghezza d'onda del segnale che investe il medesimo? Perchè si pone il problema visto la velocità di propagazione di un segnale è quella della luce?"

L’esperienza dei fili di Lecher, che si effettua impiegando segnali con frequenze di qualche centinaio di MHz, evidenzia che con frequenze di tali valori non è più possibile, come si fa con frequenze più basse, studiare la linea con la teoria dei circuiti, in quanto il tempo che un’onda elettromagnetica impiega a percorrere il circuito alla velocità c = 300000 km/s, non è trascurabile, ma comparabile con il periodo T dell’onda. Per esempio, se f = 300 MHz, la lunghezza d’onda l = c/f è pari a 1 m. In tali condizioni il termine radiativo (responsabile della propagazione dell’onda elettromagnetica) dE/dt (derivata temporale del campo elettrico), che nella seconda equazione di Maxwell (della circuitazione magnetica) rappresenta la cosiddetta “densità di corrente di spostamento” (così la denominò Maxwell) , non è più trascurabile nel metallo rispetto a quello (J) che rappresenta l’ordinaria densità di corrente di conduzione, come invece accade per le basse frequenze . In altri termini si può dire che, se L è la lunghezza del circuito, il modello a parametri concentrati della teoria dei circuiti è applicabile finchè il tempo che impiega un segnale elettrico a percorrere la distanza L alla velocità c, è molto piccolo rispetto a quello impiegato per propagarsi in una zona di spazio di dimensioni comparabili con la minima lunghezza d’onda.
Se f = 100 MHz, l = 3 m. Pertanto, essendo in questo caso il periodo T = 1/f = 10-8 s, per poter applicare il modello a parametri concentrati le dimensioni del circuito non dovrebbero superare un decimo della lunghezza d’onda, cioè L = 30 cm = 0,3 m. Infatti in tal caso il tempo impiegato dal segnale a percorrere il circuito è t=L/c= 10-9 s , cioè un decimo del periodo, il che equivale a dire che le dimensioni del circuito sono così piccole che in un istante qualsiasi il campo elettromagnetico propagantesi in esso si può considerare, in prima approssimazione, di ampiezza costante in tutto il circuito. Questa condizione non è evidentemente soddisfatta nell’esperienza di Lecher, che richiede lunghezze maggiori o uguali alla lunghezza d’onda per potere localizzare nodi e ventri dell’onda stazionaria, per cui il circuito deve essere schematizzato con il modello a parametri distribuiti (guida d’onda elettromagnetica).

DOMANDA [da Jonadi(Catanzaro)]: Che cosa è il vettore di Poynting ?

Un'onda elettromagnetica è costituita da un campo elettrico e da un campo magnetico che oscillano in piani perpendicolari tra loro,propagandosi nel vuoto,nell'aria o in qualsiasi mezzo conduttore o isolante e trasportando a distanza energia elettromagnetica. Il vettore di Poynting rappresenta matematicamente la propagazione di energia elettromagnetica.
Infatti l'intensità di un'onda elettromagnetica corrisponde al moduloS del vettore di Poynting ( S = k EH), che è direttamente proporzionale alle intensità dei campi E e H ,ed è sempre perpendicolare ad entrambi. Tale vettore fornisce la direzione ed il verso di propagazione dell'energia elettromagnetica.

DOMANDA:Chi mi può suggerire un esperimento semplice semplice che verifichi il principio di Pascal?

Un esperimento semplicissimo per la verifica del principio di Pascal si può effettuare praticando parecchi forellini in una sfera cava di materiale plastico del diametro di alcuni centimetri e saldando alla stessa in corrispendenza di un foro di diametro adeguato una siringa monouso (di materiale plastico). Per ottenere una saldatura a tenuta d'acqua si può impiegare qualche goccia di colla acrilica (tipo attak).
Per verificare che una pressione esercitata in un punto qualsiasi di un liquido si trasmette con la stessa intensità in tutte le direzioni, basta immergere la sfera in acqua, con lo stantuffo della siringa tutto abbassato, e riempire di liquido la sfera sollevando lo stantuffo. Si può verificare che abbassando lo stantuffo,l'acqua zampilla con la stessa intensità da tutti i forellini, provando così che la pressione esercitata si trasmette inalterata in tutte le direzioni ( I forellini, almeno una decina, devono essere praticati uniformemente in tutta la sfera cava).

DOMANDA (da Messina):Perchè in estate il sole quando tramonta è di colore rosso più intenso e brucia di meno,mentre quando scalda di più è di colore giallo? N.B.:Ho tentato per ben due volte di spedire la risposta via E-mail all'indirizzo fornito. Il server di posta rispedisce indietro il messaggio segnalando errore .

Il fenomeno dipende dal fatto che le molecole dei gas che costituiscono l'atmosfera diffondono la radiazione solare in tutte le direzioni con un'intensità inversamente proporzionale alla quarta potenza della lunghezza d'onda (diffusione scoperta dal fisico inglese Lord Rayleigh).
E poichè la luce blu ha una lunghezza d'onda minore di quella della luce rossa, quanto più spesso è lo strato d'aria attraverso cui si propagano i raggi del Sole, tanto maggiore è l'assorbimento subito dalla componente blu dello spettro della radiazione solare.
Ebbene, poichè di giorno i raggi del Sole sono meno inclinati che al tramonto, essi attraversano uno strato d'aria di spessore minore che al tramonto; di conseguenza l'assorbimento per diffusione della componente blu è minore che al tramonto, ed il Sole ci appare giallo (bianco - blu = rosso + verde = giallo), mentre il fatto che esso scaldi di più dipende dalla piccola inclinazione dei raggi rispetto alla verticale (cioè allo Zenith del luogo). Al tramonto invece i raggi del Sole, essendo molto più inclinati che in pieno giorno, non solo scaldano di meno perchè la loro energia si distribuisce su una superficie maggiore, ma subiscono un maggiore assorbimento della componente blu per diffusione, poichè attraversano uno strato d'aria di spessore via via crescente ; pertanto, con il progredire del tramonto, è la componente rossa a prevalere sempre di più sulla componente verde residua (che ha una lunghezza d'onda minore di quella della luce rossa), ed il Sole appare sempre più rosso.

DOMANDA (da Biella): Qual è il principio di funzionamento del forno a microonde?

Il forno a microonde sfrutta l'azione di un campo elettromagnetico ad altissima frequenza (migliaia di MHz) sulle molecole d'acqua contenute nei cibi da cuocere o da riscaldare.
Le microonde,che sono le stesse onde elettromagnetiche sulle quali si basa il funzionamento del RADAR, sono caratterizzate da una lunghezza d'onda molto piccola, per es. 10 cm se la frequenza è di 3 GHz = 3000 MHz.
Sono costituite, come qualsiasi altra onda elettromagnetica (onde radio, raggi X e raggi gamma),da un campo elettrico e da un campo magnetico che oscillano in piani perpendicolari tra loro propagandosi a distanza e trasportando energia elettromagnetica.
In un forno a microonde la radiazione elettromagnetica ad altissima frequenza generata da uno speciale tubo elettronico, il magnetron (lo stesso tubo impiegato nelle apparecchiature RADAR), si propaga nella cavità risonante costituita dalle pareti metalliche del forno,rimbalzando avanti e indietro per effetto delle riflessioni sulle pareti e generando delle onde stazionarie con nodi (minimi di campo) e ventri (massimi di campo).
Queste onde elettromagnetiche stazionarie, analoghe alle onde stazionarie sonore che si generano per riflessione in una canna d'organo o pizzicando una corda di uno strumento musicale,costituiscono un campo elettromagnetico i cui punti di massima e di minima intensità sono fissi all'interno della cavità.
Questo campo esercita forze elettriche sui dipoli (coppie di cariche elettriche di segno opposto)delle molecole d'acqua, le cui cariche positive si trovano in corrispondenza degli atomi di idrogeno, mentre le cariche negative si trovano in corrispondenza degli atomi di ossigeno.
Queste forze elettriche si comportano analogamente alle forze che il campo magnetico terrestre (o un qualsiasi altro campo magnetico) esercita sull'ago di una bussola ,facendolo ruotare.
Pertanto le molecole d'acqua per effetto del campo a microonde, che ha proprio la frequenza giusta per entrare in risonanza con i moti rotatori delle molecole, acquistano energia cinetica di rotazione che si dissipa sotto forma di calore, per effetto dell'attrito con le altre molecole d'acqua. E' questa l'origine del calore che scalda i cibi fino a cuocerli,agendo al loro interno e non propagandosi per conduzione, come avviene in un forno normale, dalla superficie del prodotto sottoposto a cottura verso l'interno.

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